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Presentazione dell’edizione albanese delle Lettere di S. Teresa di Gesù Bambino PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
Lunedì 06 Febbraio 2012 20:22

Le Lettere di S. Teresa di Gesù Bambino -Teresa Martin- furono pubblicate la prima volta, anche se non in maniera integrale, nel 1948, a cinquant’anni dalla pubblicazione di Storia di un’Anima. Ora, a distanza di sessantadue anni da quell’evento si pubblicano, per la prima volta, in lingua albanese.

Le ragioni di questo ritardo per la pubblicazione in albanese sono facilmente intuibili, mentre si comprende poco il ritardo della prima edizione francese. Possiamo solo avanzare qualche ipotesi che trovano il loro fondamento nel contenuto delle Lettere rispetto a Storia di un’Anima e nel non sempre chiaro rapporto tra la cronologia di una vita e l’esperienza spirituale che si sviluppa in quel determinato tempo storico.

Sicuramente la pubblicazione e la immediata diffusione di Storia di un’Anima ha inciso sul ritardo della pubblicazione delle Lettere perché, secondo alcuni, rendeva quasi inutile la conoscenza di quelli che venivano considerati come dei frammenti ulteriori della vita di Teresa Martin. Eppure, anche se con colpevole ritardo, si comprese che quei frammenti dell’anima e delle relazioni personali di Teresa avrebbero rappresentato non un doppione alla storia già narrata, ma un vero e proprio diario del suo cammino, quella indispensabile cronologia storica che avrebbe meglio collegato il percorso della sua vita secondo lo Spirito e la sua esistenza storica, il mondo delle sue relazioni -tessute sempre con amore- e la comunicabilità della sua esperienza e progressiva maternità spirituale.

Copertina del libro realizzata da Antonello VerrastroLe Lettere, allora, non sono qualcosa di marginale nel mondo di Teresa, ma rappresentano quell’ulteriore spazio comunicativo della sua anima, la dimensione più quotidiana ed ecclesiale della sua esperienza di Dio e dell’umanità, la valorizzazione del rapporto tra santità e ferialità, tra eterno e tempo, tra misericordia e limite.

Alla pubblicazione del 1948 fece seguito una edizione “critica”, in realtà solo più ampia, che vide la luce nel 1962. Solo nel 1972 si pubblicò la “Corrispondenza generale”, che raccoglieva lettere e bigliettini scritti da Teresa Martin, da cui questo lavoro di traduzione in lingua albanese è stato tratto.

Teresa Martin ha scritto 266 tra lettere e biglietti ritrovati, di cui 227 autografi. Il lavoro critico, sviluppato in questi ultimi decenni, ha stimato che mancano non meno di 70 lettere di cui si ha conoscenza indiretta. In particolare vanno segnalate quelle indirizzate a P. Pichon in Canada, al quale Teresa scriveva regolarmente -una volta al mese- e di cui non si trova traccia.

L’orizzonte relazionale di Teresa, come è facilmente comprensibile data la sua età, l’ambiente familiare e sociale del suo tempo, è abbastanza limitato. La famiglia naturale assorbe quasi l’80% del suo epistolario, il 10% riguarda la famiglia religiosa a cui appartiene, il resto si divide tra ecclesiastici, religiose e due amiche.

La forma letteraria rivela la semplicità e la capacità narrativa di Teresa, ma mette anche in evidenza gli stati d’animo e la sua progressiva maturità. C’è come un rapporto tra le sue iniziali inibizioni alla scrittura, fortemente evidenti fino al Natale del 1886, e la progressiva disinvoltura dei suoi scritti epistolari. Questa fluidità narrativa la si può particolarmente apprezzare a partire dal 1893.

Teresa resta, come evidenziano i temi e gli interessi emergenti nelle Lettere -nell’arco dei vent’anni che interessano il suo epistolario-, una “ragazza semplice”. Questa sua semplicità, agli occhi di qualcuno, si manifesta come qualcosa di inconsistente ed incolore; in realtà Teresa sprigiona, in ogni pagina delle sue Lettere, una sensibilità profonda, si mostra con tutti i colori delle donne, rivelandosi appassionata ed attenta al mondo interiore e alla realtà esterna, sempre attenta ad accogliere e ricercare Colui che gli appassiona la vita, l’Amore misericordioso, vera grazia sanate della sua vita e speranza sanate e liberatrice per tutti gli uomini.

Accostarsi all’epistolario di Teresa  significa poter interagire con Lei, accettando che possa inoltrarci una lettera e raccontarci la sua vita ma, nello stesso tempo,  diviene impegno e disponibilità a intraprendere l’avventura di rispondergli, almeno con una lettera, tentando di raccontargli qualcosa di nostro, con verità e semplicità.

A conclusione di questa breve introduzione, voglio manifestare la mia gratitudine e quella dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, a Sr. M. Regina  Mirashi, della Congregazione del Divino Zelo, che ha curato la traduzione, alle Suore Missionarie di S. Pietro Claver, che hanno contribuito alla realizzazione di questa pubblicazione, con un generoso contributo.

 

P. Luigi Gaetani, OCD

Provinciale

Ultimo aggiornamento Lunedì 06 Febbraio 2012 23:17
 
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