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Beata Elia di San Clemente PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
Lunedì 19 Ottobre 2009 15:38

Beata Suor Elia di San ClementePerduta in Dio è l'espressione che sta più a cuore a sr Elia per parlare di se stessa, e non solo di se stessa ma della sua relazione amorosa con Dio, perché è quanto di meglio lei può dire dell'ineffabile mistero in cui si sente avvolta e trasformata. Ma cosa significa? Cosa dice a noi oggi quest'esperienza di Dio, che la Chiesa ha confermato come esperienza di santità? Essere perduti in Dio, si pone al culmine di un percorso di fede e di preghiera che nasce dal gioioso incontro con il Tesoro nascosto, la perla preziosa, e che colloca la vita davanti ad un insopportabile squilibrio: insopportabile perché come i protagonisti del vangelo Matteo 13,45-46, l'incontro con il tesoro nascosto e la perla preziosa, pervade di una gioia mai provata, che nasce nella pace, non consuma il cuore, ma ricolmandolo lo dilata a misura dell'infinità dell'oggetto stesso che rappresenta la fonte della gioia, e poi c'è lo squilibrio che quest'incontro crea. Sì! perché non si può incontrare il vero tesoro e restare tali, non si può trovare la perla preziosa e credere che possa essere una delle tante altre perle...magari un pezzo pregiato di una collezione, no. Aver scoperto questo tesoro nascosto e aver trovato la perla preziosa, pone dinanzi allo squilibrio esistenziale, di chi avverte di dover cambiare rotta, ed investire tutto, tutta la propria esistenza per acquistare quanto intravisto. È l'esperienza di essere conquistati afferrati, affascinati, prima ancora di vendere tutto e comprare.

E questo tesoro nascosto, questa perla preziosa si identifica con il regno dei cieli, con la persona di Gesù, il Cristo. Nell'agire di Dio, e quindi nell'esperienza di sr Elia, tutto ciò si colloca a metà strada tra l'assoluta gratuità di Dio e la libertà dell'uomo, in un percorso però, che solo apparentemente si pone a metà strada, perché come nella parabola del Padre Misericordioso la via del ritorno alla casa paterna è accorciata dalla grazia preveniente di Dio, che corre incontro e abbraccia benedicendo. A Dio basta solo la determinata determinazione (direbbe santa Teresa di Gesù) di cercare innanzitutto il regno di Dio, al resto ci pensa Lui, e come per Zaccheo ci si riscopre cercati più che cercatori.

 

Per sr Elia, essere perduta in Dio, nasce proprio dall'esperienza di essere stata incontrata da Dio nella sua vita, e aver sperimentato Lui quale centro del suo essere, meta dei suoi sospiri, riposo della sua intelligenza, quiete dei suoi affetti, suo primo ed ultimo fine. Quando Dora entra in monastero è una ragazza matura, ricca di grandi doti e sensibilità umane e spirituali, è già stata incontrata dalla perla preziosa, e la gioia di tale incontro sin da piccola ha orientato la sua vita, ha avvertito di essere stata afferrata dall'Amore di Cristo, e dal desiderio di Amarlo senza misura, senza limiti, come un granello di sabbia che vuole lasciarsi consumare nelle fiamme della carità divina. Decide così di vendere ogni cosa, e sprecare la sua vita per lasciarci acquistare da Cristo, tra le figlie di Santa Teresa di Gesù. Nel monastero comprende, ed insegna a noi che il suo intimo desiderio di Amare, di essere perduta in Dio, può essere vissuto solo a partire dalla preghiera, quale cammino di intimità, un viaggio nelle segrete stanze della sua interiorità, abitate nel più profondo centro dall'ospite divino, come lei lo chiama.

 

Perdersi nella persona amata, come per qualsiasi vera esperienza d'Amore, è l'esigenza più autentica che si possa provare, quando si avverte che l'Amore palpita dentro. Significa unirsi intimamente con la volontà e non solo con i sentimenti, alla persona Amata, facendo sì che l'amore sia il vincolo, il fuoco che permette la stessa unione, un cammino che va di gloria in gloria per essere belli della stessa bellezza di Dio, secondo quanto ci insegna san Giovanni della croce. Tutto ciò però non è mero romanticismo, e la gioia che pervade l'esistenza di sr Elia, non è vuota tranquillità, né un'esistenza trascorsa tra le gioie di un innamoramento idilliaco. Al Carmelo come in ogni autentica esperienza di Amore, la persona amata, non la si possiede, ma si è posseduti, ed occorre uscire costantemente fuori di sé per incontrare l'altro come il profeta Elia. La preghiera non è mai fonte di sicurezza, o certezza di incontrare o circoscrivere Dio nei nostri schemi, è esperienza di estrema fiducia e audacia, significa essere costantemente disposti a perdere Dio, per incontrarlo nuovamente, lasciando che sia Lui a manifestarsi nella nostra vita, e lasciando che lo faccia, nel silenzio, nell'aridità come nella gioia, nei momenti buoi e di sconforto, come nei momenti di profonda comunione in Lui.

 

Sr Elia ci insegna che Essere perduti in Dio, significa consegnarsi totalmente all'Amore, osando sperare sempre nonostante tutto, sperando contro ogni speranza, anche quando tutto intorno e dentro di noi...ha il volto della sofferenza o dell'oscurità, del buio o dell'incomprensione. È questa la buona novella che Sr Elia ci consegna, e che oggi ci è stata annunciata e che siamo chiamati ad accogliere e ad alimentare in noi, nel nostro presente, una speranza che nel suo essere pienezza di vita, passa sempre attraverso la debolezza, anche quella più estrema, ma innalza l'uomo alla piena comunione con Dio, lo rende capace della sua Divinità, fiamma nella stessa fiamma dello Spirito Santo.

 

 

Padre Carlo

 

Ultimo aggiornamento Lunedì 19 Ottobre 2009 16:02
 
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